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Fiato corto e fibrillazione atriale silente sono collegati?
15 maggio 2018

Fiato corto e fibrillazione atriale silente sono collegati?

Anche se viene generalmente associato a un semplice affaticamento, il “fiato corto” potrebbe segnalare la presenza di un’aritmia particolare: la fibrillazione atriale silente. Il commento è a cura del dottor Giuseppe De Martino, aritmologo direttore del gruppo Servisan.

Avere il fiato corto mentre si salgono le scale o si effettua una camminata, potrebbe essere un segnale che è in atto una fibrillazione atriale silente. In circa il 30% dei casi, infatti, questa comune forma di aritmia colpisce in maniera asintomatica. «Nelle forme silenti di fibrillazione atriale - spiega il dottor Giuseppe De Martino -, i pazienti spesso riferiscono sintomi tipici quali una sensazione di battito aritmico, di tuffo al cuore, di sfarfallio nell petto o di cuore in gola, oppure una sensazione di stordimento e vertigine, soprattutto se la frequenza cardiaca è elevata».

L’importanza di una diagnosi tempestiva
«La fibrillazione atriale, che si verifica quando la contrazione degli atri non è sincronizzata con quella dei ventricoli - continua l’aritmologo di Servisan - è dovuta a un “malfunzionamento” nella formazione degli impulsi elettrici del cuore, che comincia a battere in modo più rapido e irregolare. Il rischio di essere colpiti da una fibrillazione atriale aumenta con l’avanzare dell’età e, generalmente, colpisce più gli uomini che le donne. Sintomi come un generico “fiato corto”, soprattutto nelle persone anziane, deve indurre a rivolgersi al medico per una valutazione. Infatti, una diagnosi tempestiva di aritmia aiuta a ridurre il rischio di eventi cardiovascolari come ictus cerebrale, TIA (attacco ischemico transitorio), ma anche patologie cardiache secondarie e scompenso cardiaco».

Fibrillazione atriale: diagnosi e trattamento
Per diagnosticare la fibrillazione atriale si utilizzano strumenti come l’elettrocardiogramma o l’holter ECG 24 ore, da integrare con la visita da un aritmologo. Solo in alcuni casi può essere necessario ricorrere a un’indagine più approfondita come lo studio elettrofisiologico, che permette di procedere rapidamente con diagnosi e terapia adeguata. «Una volta diagnosticata - conclude l’esperto - la fibrillazione atriale può essere trattata con l’utilizzo di farmaci beta-bloccanti, calcio-antagonisti o altri antiaritmici che possono evitare il ripresentarsi dell’aritmia. Infine, la soluzione si ottiene con l’ablazione trans-catetere, ovvero un piccolo intervento con cui vengono “bruciati” i fili “anomali” o le cellule “impazzite” della zona dalla quale si origina la fibrillazione atriale.

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