Sicurezza ed analgesia durante i nostri interventi

La sedazione negli interventi di impianto pacemaker o defibrillatore, nelle sostituzioni, durante gli studi elettrofisiologici o le ablazioni transcatetere

La sedazione consiste nel somministrare dei farmaci, cosidetti "ipnoinducenti", che fanno addormentare il paziente senza che egli perda la respirazione spontanea. 

A questi farmaci vengono associati anche dei farmaci "analgesici" che riducono il dolore.

Il risultato che si ottiene è uno stato del tutto simile al sonno, durante il quale il paziente dorme e non ha percezione dell'intervento, anche se conserva una perfetta respirazione  spontanea.

Durante la sedazione la sicurezza è garantita attraveso il monitoraggio continuo di una serie di parametri, fra i quali la saturazione di ossigeno, la pressione arteriosa, l'elettrocardiogramma e la frequenza cardiaca.

A differenza della maggior parte degli altri gruppi di aritmologi, che utilizzano solo l'anestesia locale, il nostro gruppo utilizza la sedazione, in aggiunta alla anestesia locale, in tutti gli interventi di impianto pacemaker o defibrillatore, nonchè nele sostituzioni degli stessi o negli studi elettrofisiologici e nelle ablazioni transcatetere.

I vantaggi sono evidenti: il paziente non percepisce dolore e non conserva un ricordo spiecevole della procedura; allo stesso tempo il medico può condurre l'intervento in modo più tranquillo e con un migliore controllo dello scenario.

L'anestesia generale durante l'ablazione della fibrillazione atriale

L'ablazione della fibrillazione atriale viene effettuata dal nostro gruppo Servisan in anestesia generale. Anestesia generale significa che il paziente viene addormentato completamente con dei farmaci anestetici ed intubato in modo da poter controllare il respiro attraverso un'apparecchiatura chiamata "ventilatore meccanico".

I motivi per i quali il nostro gruppo preferisce l'anestesia generale sono molteplici:

  1. Eliminazione del dolore ed immobilità del paziente. L'ablazione della fibrillazione atriale è solitamente molto dolorosa poichè  richiede l'effettuazione di lesioni molto ampie all'interno degli atri e poichè coinvolge spesso la parte posteriore dell'atrio sinistro, zona quest'ultima densa di fibre nervose. Se il paziente è in anestesia generale non sente dolore e non si può muovere. I movimenti possono essere pericolosi durante l'intervento, in quanto il catetere ablatore potrebbe bucare la parete cardiaca in caso di movimento improvviso del paziente a seguito di dolore.
  2. Puntura transettale più sicura. Durante l'ablazione della fibrillazione atriale occorre praticare un piccolo buco sul setto interatriale per poter passare con il catetere ablatore dall'atrio destro a quello sinistro. Questa manovra, "chiamata puntura transettale", è più sicura se viene effettuata sotto guida ecocardiografica transesofagea. Si tratta di una speciale sonda ecocardiografica che viene inserita dalla bocca e posizionata in esofago. Dall'esofago si riesce a monitorare molto bene il setto interatriale e la puntura transettale può essere fatta con estrema precisione e senza rischi di pungere inavvertitamente altre strutture. Il posizionamento e la permanenza della sonda in esofago sono più agevoli se il paziente è in anestesia generale, in quanto questa manovra risulta poco tollerata dal paziente quando è sveglio o solo sedato.
  3. Monitoraggio della temperatura esofagea. L'esofago è molto vicino alla parete posteriore dell'atrio sinistro ed alle vene polmonari, le sedi cioè dove viene praticata l'ablazione. Peraltro l'esofago può avere un decorso molto variabile da paziente a paziente e la sua posizione precisa non è prevedibile. Per questi motivi vi è il rischio di bruciare inavvertitamente l'esofago durante l'ablazione e una lesione dello stesso può essere molto grave e procurare danni spesso irreparabili. Questo rischio può essere azzerato o molto ridotto posizionando un sondino in esofago che sia in grado di misurare la temperatura e di essere visualizzato sui sistemi di navigazione elettroanatomica che si usano in sala operatoria. In questo modo è possibile capire durante l'ablazione se stiamo danneggiando anche l'esofago, così da fermarsi per tempo. Anche in questo caso il posizionamento di questo sondino è reso più agevole dall'anestesia generale.

L'approccio da noi utilizzato ha dimostrato di accompagnarsi ad un numero minore di complicanze rispetto a chi effettua l'ablazione solo in sedazione. Il  nostro gruppo ha dimostrato questi risultati in uno studio osservazionale, lo studio IRON-AF, pubblicato sull'International Journal of Cardiology nel 2013.

La maggior parte dei centri di aritmologia nordamericani (U.S.A. e Canada) effettuano l'ablazione della FA, come il nostro gruppo,  in anestesia generale.

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